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I miei versi hanno titoli difficili

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La dimensione narcisistica dell’ego

spiazza ogni tentativo di scendere in piazza

schizza ogni abbozzo di mistico schizzo

condannando l’artista all’impiego,

salario fisso, a far da torcia, lungo la via Salaria

votandosi a mendicare voti, di casa editrice

in rivista, insinua la mania di esaurire un’inusitata collezione

di bollini di presenza da incollare a una tessera annonaria.

 

Il maestro A consiglia maggiore stringatezza,

il maestro B non teme vincoli d’estensione

il maestro C inneggia a maggior levigatezza

il maestro D chiede abrasione,

e, in mezzo, l’autore junior a barattare illibatezza

contro un warholiano quarto d’ora d’attenzione.

 

Scrivi sulle città in fiamme,

no, canta della società annacquata,

oh, infiamma di sesso i versi,

ehi, versati acqua nelle mutande,

metti su fogli bianchi A4

il contrario di ciò che ti chiedono i critici

o una critica di ciò che ti chiedono i contrari,

accetta l’omaggio di tutti, tutti sono maestri di tutto.

 

Tu resta, a vita, l’allievo d’un sogno distrutto.

 

                      [Patroclo non deve morire, 2013]

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 Ivan Pozzoni - 31/12/2017 13:06:00 [ leggi altri commenti di Ivan Pozzoni » ]

Grazie a tutti, ragazzi!

In realtà la "sala" (da museo) I è un’invettiva contro l’artista mestierante (tema ricorrente). La sala II contiene, veramente, consigli datimi, in gioventù, da quattro dei maggiori artisti italiani di spessore nazionale o internazionale. Finti «maestri» interessati ad incrementare le corrispettive consorterie camorristiche.

La chiusa è la fine che - amici come Simone Cattaneo- hanno fatto con l’ascoltare troppo i «vati ottuagenari conciati da barboni» o i «giovani scrittori ottuagenari contemporanei che insistono a far rima in settenario». Dificilmente i «grandi poeti» danno consigli non vincolanti (e disinteressati).

 Klara Rubino - 31/12/2017 12:33:00 [ leggi altri commenti di Klara Rubino » ]

il mio non è distrutto è

Sogno incrinato


...sibilava

il vorticoso gelo

attraverso il timpano

vibrante e
bussava

alla porta dei sogni

la soffice neve

che non si adagiava mai...


ho osservato un terreno

ove il ghiaccio avanza;

contadini

meccanicamente

rompevano zolle;

praticavano piccole buche

e innestavano piante

altrove già spuntate.


Avevano tutti

lo sguardo fisso
la mia pupilla

attonita pulsando

al cielo invocava la primavera,

quando spontaneamente fioriscono

i peschi e le anime bambine soffiano
pollini e semi.


 Edi Davoli - 31/12/2017 11:42:00 [ leggi altri commenti di Edi Davoli » ]

È interessante Ivan il taglio che hai dato al tuo testo. In fondo gli altri con i loro consigli, pur accetti se costruttivi, non devono comunque spegnere il proprio personale lume. Ma a volte siamo noi che dobbiamo essere più coraggiosi e tenere vivo il nostro sogno nonostante gli altri. Cari saluti

 Giulia Bellucci - 31/12/2017 11:06:00 [ leggi altri commenti di Giulia Bellucci » ]

Buon Anno, Ivan!

 Giulia Bellucci - 31/12/2017 11:05:00 [ leggi altri commenti di Giulia Bellucci » ]

Forse bisognerebbe difendere di più la propria dignità e non piegarsi a certe cose. In fondo se accadono, è perché in molti lo consentono!

 Ferdinando Battaglia - 31/12/2017 09:20:00 [ leggi altri commenti di Ferdinando Battaglia » ]

Certo fa riflettere (anche perché è un testo a tema ricorrente nei tuoi scritti). Se penso che un operaio o una donna delle pulizie questo problema glielo hanno risolto alla radice...

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